lunedì 9 gennaio 2012

Il primo

Vedere l'asfalto da una diversa prospettiva...strano...la mia faccia parallela al suolo, il respiro è corto, tutto rimbomba nel casco...mi sa la mia testa, prima il lato destro poi il sinistro un bel contraccolpo... rannicchiata in posizione fetale, avvolta dal mio lunghissimo e soffice cappotto

Ho solo un pensiero...ora so cosa si prova...ne avrei fatto a meno...poi di primo... è una “jastemm”...qualcuno lassù mi ama... meno male...altrimenti non oso immaginare come sarebbe stato il rientro a casa...beh si poteva aprire all'improvviso il manto stradale...

Chiudo gli occhi non ho quasi il tempo di riaprirli, che le vedo arrivare le “mille mani”, mi alzano da terra, mi tolgono il casco e mi sbottonano il cappotto...non riesco a mettere a fuoco, faccio ancora fatica a respirare, una voce di donna mi chiede con insistenza se sto bene... ho una fitta incessante a sinistra, qualcuno mi sta scavando nel cervello, fatelo uscire... poi chiedo una sigaretta e cerco di darmi un tono... contenere il tremore della mano destra e non solo è difficile, sento ogni parte del mio corpo urlare dal dolore, i polsi, le ginocchia ed il fondoschiena e lo stomaco è a pezzi...

Aspiro, il primo tiro non mi basta per poter sentire l'aroma delle malboro light (che ironia), articolo una frase...sto bene grazie, sicuro, vuoi andare in ospedale? La risposta è uscita con rabbia digrignata tra i denti, ed ho dovuto ribadire il concetto, no grazie, sul serio sto bene... già nel 2011 ci sono andata troppe volte per un motivo o un altro, si può dire che tra Napoli, Milano ed il mitico confine svizzero abbia avuto il piacere di visitarli negli anni...anche per lunghi periodi...

Un “piccolo coso” mi aggredisce ma non mi hai visto...sai come è non mi hanno ancora munito di una sfera di cristallo, ma mettere una freccia no... non è più comodo...continuava a blaterare...calma stai calma anche perché stai ancora tremando...va bene hai ragione tu, ci tenevo così tanto ad iniziare il primo così che appena ti ho visto, invece di evitarti o tentare l'impossibile ti sono venuta addosso...se non ti è chiaro mi fa male la testa, se avessi potuto gli avrei messo una palla da tennis in bocca per farlo stare zitto...poi ha collegato il cervello alla bocca, mi dispiace che tu ti sia fatta male, anche a me...

Le “mille mani”, mi chiedono quasi in coro se voglio andare a fare colazione con loro, sgrano gli occhi incredula, sospiro... solo un branco di deficienti mi doveva capitare, forse non è chiaro ho una talpa scavatrice nel cervello, se riuscite a farla uscire sarebbe un bel regalo...ridono...beoti...

Finita la mia interminabile sigaretta chiedo al “piccolo coso” di rimettermi in moto Betty, di sicuro si sarà ingolfata vista la benzina che sta per terra, e non ho la forza di muovere alcun muscolo, meno male che il tratto che dovrò percorrere per tornare a casa è breve...quasi tana...mancava così poco...

Sudando finalmente riesce nell'intento, prima d'andar via ci presentiamo e farfuglia, strano modo di conoscersi...già...Giuseppe, Simona...(beh nome comune di persona)