away
sabato 20 luglio 2013
La mia nuova compagna
giovedì 19 aprile 2012
Un panda
Aprire gli occhi e rendersi conto che come ogni mattina piove non aiuta né l’umore né lo stato d’animo, che si “appiattiscono”, uff è più di una settimana che non vedo un raggio di sole.
Il mio corpo proprio non vuol saperne di muoversi e la mente divaga, su questa “benedetta” primavera, fredda, gelida e umida.
Però la forza e la voglia per imprecare contro la sveglia, c’è tutta, saranno circa venti interminabili minuti che suona incessantemente.
Vana è la speranza, che possa smettere magicamente di stridere, maledetto aggeggio infernale, ho capito, si ora mi alzo o meglio cerco di farlo, ma prima occorre che la spenga, anche perché la tentazione di lanciarla contro il muro, è forte.
Allungo la mano, ci sono quasi…ecco…un po’ di pace…solo il rumore della pioggia…
Mi tiro su, ma è un’operazione complicata, molto difficile, seduta al centro del letto cerco di mettere a fuoco, chiudo ripetutamente gli occhi, fisso un punto scuro vicino a me… ora li vedo, ci sono tutti e quattro.
… Con un filo di voce… giorno Fili, Cenere, Bastè, Shila, beh che ne dite ci diamo una mossa…la loro aria sorniona e indifferente, mi butta giù o meglio ritornerei nella posizioni in cui ero prima…ma non si può, gli adorabili gatti devono mangiare.
Un brivido improvviso lungo la schiena, mi fa saltare in piedi, mi giro di scatto e lo guardo con odio profondo, la coda prima o poi te la stacco, ma le mie micce non hanno alcuno tipo d’effetto, se non uno “sbadiglio”.
Non so come, dopo dieci minuti sono lavata, vestita e pronta ad affrontare il grigio di questo cielo.
Prendo le ultime cose e sono in strada, a passo svelto mi dirigo verso Betta, bagnata, più che mai, la asciugo come posso, ovviamente mi sono dimenticata di prendere i fazzoletti, va beh…
Indossato il pantalone cerato, la metto in moto e le chiedo come ogni volta che il tempo, è a noi avverso, di portarmi a casa, tanto sono solo poche gocce…come no…
Mai essere troppo fiduciosi, a metà strada, non viene giù con una violenza inaudita, la grandine?!?!
Che fa di un male… “porca pupazza”…. Non vedo più niente, per quanto fosse fitta, l’unica soluzione e cercare riparo sul marciapiede sotto il cornicione di un palazzo.
Pare facile… ci mancava solo la fanghiglia da superare, e un unico pensiero, mi tormenta, fa che non si bagni la candela della vespa, altrimenti è la fine…non so come riesco nell’impresa.
Finalmente sono al riparo più o mrno… dopo averla messa sul cavalletto ritorno a respirare.
Le mani sono doloranti, quasi non riesco a muoverle, i guanti non sono bagnati…di più, per il nervoso rido…
Ti stai divertendo eh?!?!…
Si assai…
Senza fermarsi l’uomo panda mi passa davanti, ombrello nero minuscolo rispetto alle dimensioni mastodontiche del proprietario, la t-shirt bagnata gli sagoma l’enorme pancia…e la sua flemma nel camminare non mi fa smettere di ridere…
Si ferma e voltandosi, mi guarda… i suoi occhi sono tondi, piccoli e vicini, l’espressione del volto è indefinibile… se non fosse per quell’improvviso ghigno malefico che affiora sulle sue labbra… e con tono di voce sottile, mi dice…tanto non la smetterà di piovere…povera…ti sei vista…sei fradicia…
Sono fiduciosa ed ottimista per natura, (mai vero) vedrai che a breve smette…poi anche tu non scherzi…
Ride, si volta e se ne va…
Lo guardo allontanarsi, sono “basita”… ho un dono naturale…attirare i pazzi…va beh…
è arrivato il momento, di appagare la voglia di nicotina, per distendere un po’ la tensione ed ammazzare il tempo…
Dopo una ricerca spasmodica mi rassegno, mi sa che il tabacco è dentro il bauletto… d’aprirlo non se ne parla, altrimenti mi gioco il computer, visto che continuo a bagnarmi anche qui sotto…anche il vento fa la sua parte.
Maledetto “uomo panda”, il tuo anatema, mi ha colpito in pieno… non solo, sono bloccata qui ma non posso nemmeno fumare… si serra la mascella…e lo sguardo si perde nella pioggia…
….Un oggetto bianco cattura la mia attenzione proprio li davanti a me, una mano mi porge una Gauloise rossa… non ci posso credere, le mie preferite, alzo lo sguardo e vedo il mio eroe…
lunedì 9 gennaio 2012
Il primo
Vedere l'asfalto da una diversa prospettiva...strano...la mia faccia parallela al suolo, il respiro è corto, tutto rimbomba nel casco...mi sa la mia testa, prima il lato destro poi il sinistro un bel contraccolpo... rannicchiata in posizione fetale, avvolta dal mio lunghissimo e soffice cappotto
Ho solo un pensiero...ora so cosa si prova...ne avrei fatto a meno...poi di primo... è una “jastemm”...qualcuno lassù mi ama... meno male...altrimenti non oso immaginare come sarebbe stato il rientro a casa...beh si poteva aprire all'improvviso il manto stradale...
Chiudo gli occhi non ho quasi il tempo di riaprirli, che le vedo arrivare le “mille mani”, mi alzano da terra, mi tolgono il casco e mi sbottonano il cappotto...non riesco a mettere a fuoco, faccio ancora fatica a respirare, una voce di donna mi chiede con insistenza se sto bene... ho una fitta incessante a sinistra, qualcuno mi sta scavando nel cervello, fatelo uscire... poi chiedo una sigaretta e cerco di darmi un tono... contenere il tremore della mano destra e non solo è difficile, sento ogni parte del mio corpo urlare dal dolore, i polsi, le ginocchia ed il fondoschiena e lo stomaco è a pezzi...
Aspiro, il primo tiro non mi basta per poter sentire l'aroma delle malboro light (che ironia), articolo una frase...sto bene grazie, sicuro, vuoi andare in ospedale? La risposta è uscita con rabbia digrignata tra i denti, ed ho dovuto ribadire il concetto, no grazie, sul serio sto bene... già nel 2011 ci sono andata troppe volte per un motivo o un altro, si può dire che tra Napoli, Milano ed il mitico confine svizzero abbia avuto il piacere di visitarli negli anni...anche per lunghi periodi...
Un “piccolo coso” mi aggredisce ma non mi hai visto...sai come è non mi hanno ancora munito di una sfera di cristallo, ma mettere una freccia no... non è più comodo...continuava a blaterare...calma stai calma anche perché stai ancora tremando...va bene hai ragione tu, ci tenevo così tanto ad iniziare il primo così che appena ti ho visto, invece di evitarti o tentare l'impossibile ti sono venuta addosso...se non ti è chiaro mi fa male la testa, se avessi potuto gli avrei messo una palla da tennis in bocca per farlo stare zitto...poi ha collegato il cervello alla bocca, mi dispiace che tu ti sia fatta male, anche a me...
Le “mille mani”, mi chiedono quasi in coro se voglio andare a fare colazione con loro, sgrano gli occhi incredula, sospiro... solo un branco di deficienti mi doveva capitare, forse non è chiaro ho una talpa scavatrice nel cervello, se riuscite a farla uscire sarebbe un bel regalo...ridono...beoti...
Finita la mia interminabile sigaretta chiedo al “piccolo coso” di rimettermi in moto Betty, di sicuro si sarà ingolfata vista la benzina che sta per terra, e non ho la forza di muovere alcun muscolo, meno male che il tratto che dovrò percorrere per tornare a casa è breve...quasi tana...mancava così poco...
Sudando finalmente riesce nell'intento, prima d'andar via ci presentiamo e farfuglia, strano modo di conoscersi...già...Giuseppe, Simona...(beh nome comune di persona)
giovedì 29 dicembre 2011
La Triade
Quando si è piccoli si adora il Natale, tanti regali da scartare ed un mondo di cartoni da vedere, almeno così me lo ricordo, ora è “nu' stress”...
Già, si corre affannosamente per finire di fare gli ultimi regali, i passanti sono tesi e nervosi, pronti a litigare, per una spinta involontaria o se non gli dai la precedenza (pur non spettando loro) che siano in macchina, in moto, in “triciclo” é come firmare una condanna a morte...
Il 24 sera, casa del nonno: avvolti da un bel tepore, il nonno sorride felice, c'è un buon odore in cucina, mamma aveva dato il meglio di se con un eccellente piatto fumante di polipetti alla Luciana, ma il campanello della porta interrompe quella “magica atmosfera”, si preannunciano probabili tarantelle, fermo con lo sguardo la genitrice e vado a vedere chi è, addio pace, uff ...
Inizio il primo round con un condomino del palazzo, perché mia madre esasperata lo aveva chiuso con la macchina, visto che il “simpatico uomo” le occupava il posto con la sua e non era la prima volta, bensì un anno di storie... mi ero immolata per risolvere la questione...
Visto che qualsiasi ragione adducesse era oggettivamente sbagliata, gli dico che avrebbe dovuto aspettare che fossimo andate via, avvilito dalle mie parole, ha la brillante idea di voler parlare con mio nonno e si protende in avanti quasi a voler entrare in casa...pessima idea, gli pianto tre dita in petto e lo faccio indietreggiare, mi alzo sulle punte e fissandolo, con una voce bassa ferma e decisa gli dico che grazie a lui il miei polipetti avranno indossato il cappotto e con un ghigno di puro odio gli rammento che il nonno è fresco operato e per concludere se riprova ad entrare, mi sarei vista costretta a ...
Il “simpatico uomo” è scosso e perplesso e non mi lascia finire la frase, volta le spalle e va via , chiudendo la porta mi guardo allo specchio...mizziga, quasi non mi riconosco, faccio un lungo respiro, e con “indosso” un sorriso ancora un po' teso torno dai i miei cari...
Il 25: la giornata è stata interamente dedicata al mangiare e al bere... dopo un pranzo luculliano, ho continuato a “smangiucchiare” e bere a casa di Maria con Giulia, Marghe, Stefano e Annalisa, mentre spacchettavamo i regali... verso le 23 credo, siamo andati a farci un giro al vomero per beccare altri amici, e grazie a dell'ottimo ruhm ho iniziato a digerire e a riscaldarmi, dal vento gelido preso in vespa, ti entra nelle ossa e non ti abbandona, in più i pochi locali aperti erano strapieni, per cui si doveva bere e bere e bere, per riscaldarsi visto che stavamo fuori...
Il 26: libera da qualsiasi impegno famigliare, e vista la bella giornata, ho proposto al mio “uomo invisibile” di andare a Miseno, non mi sembrava entusiasta, c'era un gran vento, e con la vespa ci saremmo congelati, non gli ho dato retta ed ho continuato a preparato lo zaino, dopo un'ora ero un perfetto “panda verde” per quanto fossi bardata e per le varie tonalità di verde da me indossate...
La tangenziale è stata un'esperienza mistica... credevo di finire spiaccicata su guardrail, “veleggiavo”, un po' a destra un po' a sinistra... il centro non era il mio forte..meno male che non soffro di mal di mare...nel frattempo “l'uomo invisibile” bestemmiava...come dargli torto...
pagato il casello mancava poco, l'ultimo tunnel e poi sarei arrivata...
Un ruggito improvviso alle mie spalle mi ruba dieci anni di vita, credo di non essermi mai spaventata così tanto... neanche quando sono volata dalla vespa (ovvero mi hanno alzato da terra), un rumore/suono indescrivibile, figlio di “buona donna”... ma porca pupazza sono nella corsia di destra quella delle lumache, perché mi stai in “culo” con il cuore in gola, e “l'uomo invisibile” avvinghiato a me... mi faccio coraggio.
Il mattacchione, continuava a far ruggire il motore, fino alla fine del tunnel, stancatosi del gioco, mi supera, passando a pochi centimetri da me e Betty, la vedo è una Ferrari nera come la pece, gli mostro il dito medio come segno di pace e bene..., bussa il clacson, mi sa che ha apprezzato il gesto e sfreccia via...
E' stata davvero un'impresa, ma sono in spiaggia e una passeggiata “m'arripiglierà”... e poi dopo mega panino con un “mondo di patate fritte” e una pinta di birra... povero “uomo invisibile” gli tremano ancora le gambe, lui non voleva proprio venirci...dobbiamo essere proprio una “strana coppia” visto come mi guardano tutti....
sabato 17 dicembre 2011
Richiesta Tesi
Prendo la vespa o scendo a piedi, la facoltà è vicina ma l'attesa se arrivo troppo presto mi snerverebbe troppo, il dover chiedere la tesi mi mette un po' di tensione, il rifiuto da parte del prof non è contemplato, storia moderna mah, non mi entusiasma, ma mi sa che l'unica alternativa valida al “non so”.
Opto per fare due passi, pessima scelta, “il simpatico uomo” non si è presentato, un'ora e mezza d'attesa in piedi in un angusto corridoi, finito di leggere le fotocopie di spagnolo non restava altro che andare via e con me anche l'altro malcapitato.
Ci diamo appuntamento a giovedì prossimo con la speranza che “il bravo uomo” si presenti a fare il suo dovere, il ritorno a casa è duro i piedi non vogliono saperne di camminare, le gambe sono pesanti e l'umore è sotto terra.
Non mi perdo d'animo, arrivato giovedì rieccomi in facoltà, ma sta volta con la mia fedele compagna Betty (vespa), sono come al solito in anticipo ed il malcapitato arriva dopo un quarto d'ora circa, per ammazzare il tempo mi faccio una sigaretta di tabacco che risulta essere particolarmente aromatica tanto da far fermare un docente che passava di lì seguito da uno stuolo di studenti, mi chiede camminando camminando se è un canna, beh no, è una semplice sigaretta se vuole gli ne faccio una, declina l'invito, ma dalla sua espressione non mi ha creduta.
Possibile che in fronte io abbia scritto “nota fumatrice”, mah, entra nella sua stanza con tutto il “gregge” e chiedo al malcapitato se sa chi fosse, è il prof di scienze politiche, disponibile e scombinato, mi piace, verifico se io ho già fatto questo esame ed il volto mi si illumina (evvai) il voto è anche buono, quasi quasi...
Mi faccio coraggio e busso alla sua stanza, in lontananza sento una voce che mi dice avanti, apro la porta il prof è seduto dietro una scrivania lunghissima vicino una piccola finestra, gli studenti erano sparsi per la stanza, mi apostrofa subito ah... la “signorina della canna”, mantengo la calma e gli chiedo se posso aspettare che finisca per potergli parlare, mi chiede di cosa, e dopo un lungo respiro gli dico, per la richiesta di tesi.
Per la triennale? E no, per la specialistica? Guardi che ho pochi posti, e no, per il vecchio ordinamento, peggio ancora, il cuore va giù, mi sa che la mia espressione è eloquente e mi dice di tornare martedì prossimo per vedere come mi poteva aiutare, lo ringrazio e prima di chiudere la porta mi dice di non esagerare con le canne...
martedì 27 settembre 2011
Un Angelo di meccanico...
martedì 2 novembre 2010
Betty
Il riprendere la vespa, dopo cinque anni, é stata una forte emozione, per un lungo periodo della mia vita é stata una fedele compagna di strada, amata ed odiata per tutto le volte che mi ha lasciata a piedi e per tutte le volte che é andata oltre il suo limite, portandomi in posti lontani, del resto il primo amore nn si scorda mai...
Ed eccomi, di nuovo in strada, il percorso é breve, la dovevo solo lasciare dal meccanico ( ma che c' vò), se nn fosse stato per il battito del mio cuore, nn “accelerato” di più, la sentivo così leggera , così instabile, mi ero abituata alla moto, un altro mondo, fatto di stabilità e di potenza.
Si ammetto ho pensato ma é un “fottuto” trabiccolo, quale misteriosa forza di gravità le consente di nn abboccarsi da un lato, considerando le due piccole ruote, ed il carico di pendenza maggiore da un lato, perché nella parte posteriore destra c'é il motore, e dall'altra una ruota di scorta, il serbatoio é invece centrale e al disopra c'è un comodo sediolino a molle.
E' stata innovativa nel suo genere considerando che il suo "debbuto" é stato nel 1946, dando vita ad una nuova era, perché cambiava la posizione delle gambe nn più separate, dal serbatoio, ma congiunte ed appoggiate su di una pedana, una comoda alternativa alla moto, la si potrebbe definire la mamma degli scooter...hahaha
Mi sono rinfrescata velocemente la memoria, la prima regola:
é mai, per nessun motivo al mondo utilizzare il freno davanti, anche se ti attraversa all'improvviso la strada “Bamby” , meglio centrare il bersaglio “scostumato ed incosciente” rispetto al rischio che si blocchi la ruota davanti e ti saluto, ma avevo un buon promemoria, la leva era spezzata e bloccata, per cui, anche volendo, nn sarebbe stato possibile, meglio..
la seconda regola:
ricordarsi che il freno di dietro é sulla pedana a destra, per cambiare le marce usare la mano sinistra, la prima é in su tirando la leva della frizione;
la terza regola:
quando si frena utilizzare il freno motore scalando velocemente ma nn troppo e mollare la frizione, se si fanno le due cose in contemporanea in curva, nn si derapa come in moto, si cade é basta, bene bene sono pronta....aiutoooooo