martedì 27 settembre 2011

Un Angelo di meccanico...

Trascorsi tre mesi lontani dalla mia amata vespa, Betta, la ritrovai tutta impolverata e smontata: priva di una scocca; senza “il mio comodissimo” bauletto; per non parlare del tasto dell'accensione che non funzionava più.

I fili elettrici erano stati staccati, la si poteva accendere manualmente con la leva laterale e spegnere, tenendo la frizione ed il freno di dietro tirati con la prima inserita, come distruggere il motore e quant'altro in poco tempo ... mai commettere l'errore di prestare un mezzo, sai cosa lasci ma non sai cosa trovi...

Non mi sono persa d'animo, riprendo confidenza con il mezzo e come primo impatto ci facciamo un Lago Patria-Vomero, interminabile...avrei messo con piacere il piede a terra a mo di skeatbord per darle una spintarella per andare più veloce...ahimè era un laconico meeeeeeeee.....

Non è possibile ci mancava pure il “brontosauro” volante, insetto non meglio identificato, un coso grosso brutto e cattivo, che “simpaticamente” si era infilato nel casco, panico, mò che faccio, mi accosto e ci litigo...faccio finta di niente, che potrà mai farmi, pauraaaa.

Il mostro decide di farsi un giro passando più volte davanti ai mie occhi, protetto dalla visiera e non curante delle mie imprecazioni, cerco di mantenere i nervi saldi, vorrei evitare di farmi male... ed inizia una guerra fredda, per la sopravvivenza...

Al terzo giro esasperata, prendo coraggio e ciao “coso”, riesco non so come a sollevare di poco il casco, cercando di non perdere l'equilibrio precario dalla vespa, che ovviamente aveva anche le ruote sgonfie rendendo la guida impossibile, il vedere il “brontosauro” risucchiato dal vento fu impagabile...hehehehe...

Naturalmente le mie disavventure non finirono lì, non appena varcata la soglia del Vomero, capii che la frizione mi stava abbandonando, sembrava di stare su di cavallo che di vuole disarcionare, prima che il filo si spezzasse definitivamente, mi ricordai di un bravo meccanico dalle parti di piazza Mazzini, il mio di sabato era ovviamente chiuso...

La fortuna mi tese una mano, il meccanico c'era, e subito si mise ad armeggiare vicino a Betta, intonando un inno da stadio... “è per te.. è per te...è per te, io canto per te...ed io continuo la canzone...ovunque sarai io ci sarò non ti lascerò mai..., da brava tifosa del Napoli, ed iniziamo a parlare della brutta partita con il Chievo, un primo tempo noioso, ed un secondo da dimenticare, benedetto (si fa per dire) Fideleff (ribattezzato Philadelphia) non passa la palla a Moscardelli (capra dai capelli lunghi) che tira senza alcuna difficoltà ad una distanza ravvicinata nelle nostra porta, il povero De Sanctis (o' pirata) non riesce a pararla, che “raggia”.

Dai speriamo che stasera contro la Fiorentina ci rifacciamo, ma sì, sicuro (mai vero...), cambia espressione, il colorito del viso non fa presupporre nulla di buono, non capisco se stia in apnea o se sta respirando a fatica...
-Tutto bene?
-Si, ho solo un pò d'ansia...avrò assunto un'espressione a punto interrogativo (ammetto ero preoccupata che mi dovesse dare qualche brutta notizia sulle condizioni di “Betta”), continua la frase, di solito sono io che mi metto nei casino, ma sta volta sono venuti loro da me...

Non posso resistere alla tentazione di chiedergli di che si tratta, ed inizio con una serie di domande, (si, lo so, non si fa, ma è più forte di me).
Allora vado per esclusione se non é il lavoro, e non è un problema economico, e non un problema di salute(meno male)...sarà di “cuore”, e già ...gli brillano gli occhi e con un tono freddo e con una voce che non gli riconoscevo, guardandomi, mi dice: “sono passati dieci anni, ma é come stare vicino ad una calamita, nulla è cambiato da allora”.

Deglutisco a fatica, tutto intorno si è fermato, che brividi (maledetto), la sua ex storica, alla quale gli era morto da poco il padre, motivo del loro incontro, lo aveva mandato nel pallone...
- Ho tre croci: l'attuale compagna, sua figlia e lei...(so c...). Mi devo chiudere in un cesso io solo!

Non so proprio cosa dirgli, pensavo solo che il cesso non era proprio un bel posto, ritorno alla realtà e noto che non solo mi aveva sostituito il filo della frizione, ma mi aveva aggiustato anche l'accensione, lui era andato avanti nel suo lavoro ed io mi ero fermato un tempo indefinibile sulle sue parole...ero affascinata dal concetto di “calamita”.

Non ha voluto essere pagato, la chiacchiera è basta a saldare il suo onorario...Betta andava una bellezza, ed io ero turbata ma contenta, che la mia fedele compagna fosse tornata...

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